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Questo racconto inizia con due stanze diverse. Due camere separate da migliaia di chilometri e da quasi due secoli di storia. La prima stanza è uno studio all’interno di un edificio inglese. La seconda è l’atelier del maestro Antonio Balbi da Roccagloriosa e si trova in un palazzo sulla rive rauche di Francoforte.l’atelier del maestro Antonio Balbi da Roccagloriosa e si trova in un palazzo sulla rive gauche di Francoforte.
Occorre partire da quest’ultima, perché queste parole non sarebbero state scritte se il Balbi non avesse deciso di creare un ponte tra quello studio inglese e il nostro villaggio globale.
Nel 2019, centosettantanove anni dopo il lavoro di Rowland Hill, il maestro di Roccagloriosa ha pensato di far rivivere una delle intuizioni di cui l’era moderna è per certo figlia: la realizzazione del Penny Black.
A vederla oggi, la macchina di legno con cui Hill faceva stampare il primo francobollo al mondo si direbbe un complicato intreccio tra il timone di un’enorme imbarcazione, le corde delle carovane e un telaio del secolo scorso.
E’ un’immagine felice, perché ci restituisce con efficacia le forme degli attrezzi di un mondo che chiamiamo passato e che ci siamo lasciati alle spalle troppo in fretta, mentre lui avrebbe ancora tanto da raccontarci. E’ l’immagine delle redini con cui si dirigevano le carovane, i timoni che conducevano le navi in porto, la fatica che costava spostarsi e con essa le difficoltà che si superavano perché viaggiatori, valigie e corrispondenza giungessero sani e salvi a destinazione.
E che cosa sono le lettere scritte a mano, se non un tessuto di carta dove ognuno edifica il suo testo, intrecciando dentro quelle trame di cellulosa parole mute a cui i destinatari daranno poi voce?
Tutto questo inviare e ricevere aveva però dei costi, come un costo ha ogni nostra azione. Ecco l’intuizione di Hill: far pagare ai mittenti le spese per il trasporto, sollevando i destinatari da oneri, il tutto attraverso un bollo che affrancasse dai costi chi riceveva la posta.
Oggi, però, si fa sempre meno uso del servizio postale e i francobolli stanno per diventare desideri da collezionisti. Questa è l’era dell’immediato, dell’eterno comunicare e inevitabilmente della banalità dei contenuti. Non c’è più il gesto d’imbucare una lettera e con essa di affidare ad altri una parte di noi. E’ scomparso anche il tempo dell’attesa, di quella promessa di felicità che era mantenuta solo con l’arrivo della posta.
E’ dunque solo un’operazione da Amarcord quella del maestro di Roccagloriosa? I motivi che ci dimostrano il contrario sono tanti e solo analizzandoli ci possiamo accorgere che oltre al francobollo come oggetto, c’è molto di più.
Che cosa sono gli stati, le istituzioni che emettono i francobolli? In un certo senso sono invenzioni degli uomini, accordi con i quali si spartiscono gli spazi. Non siamo nati in un pianeta con confini, la geografia del mondo l’abbiamo disegnata lungo i secoli e c’è costata fatica e innumerevoli conflitti. Anche i francobolli sono vignette inventate, sigilli che rappresentano l’unità dei popoli e le autorità che su di loro governano.
Ma l’arte ha la capacità di trascendere i significati e di riscriverne i contenuti. Ecco allora che nella serie dei francobolli del Balbi non compaiono solo le opere del maestro, ma anche i ritratti di quegli amici e collezionisti che hanno deciso di commissionare una collana a loro dedicata.
Il balbismo sublima così la funzione del francobollo come oggetto e permette a ogni persona di divenire protagonista dell’arte, nella convinzione che ognuno è molto più dello spazio fisico che occupa il proprio corpo. Se ogni uomo è un’isola, ci suggerisce il Balbi, allora che ognuno abbia il suo francobollo, come una persona stato, è una sfida artistica che vale la pena di essere colta.
Ecco allora “i francobolli degli stati d’animo”. La creazione di un diario che racconta a ognuno com’è cambiato, quanto e per dove ha viaggiato; come una lettera di cui non si conosce la destinazione, ma che lascia un segno tra quei sigilli dentati oggetti di filatelia.
Ed è quest’ultima parola che ci suggerisce quanto sia importante collezionare questa nuova serie del mastro di Roccagloriosa. E’ importante perché solo attraverso l’arte, il passato diventa presente e ci ripropone l’immagine, il sapore e i sentimenti di questo grande viaggio chiamato vita.


Giovanni Rodini