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L’editrice di Mundi Live, la Dottoressa Margherita Chiara Immordino Tedesco, incontra l’Avvocato Sabrina Zuccalà, fondatrice e amministratrice di 4Ward360, una delle eccellenze italiane nel campo delle nanotecnologie. E’ stata l’occasione per riflettere sull’imprenditoria femminile, sulla capacità di essere competitivi in settori all’avanguardia e sulla necessità di tramandare il nostro patrimonio artistico utilizzando gli ultimi ritrovati scientifici. Proprio quest’ultimo aspetto è molto affine all’opera della dottoressa Immordino Tedesco che insieme alla Fondazione Museo Bellini ha fatto della conservazione e della diffusione dell’arte uno dei centri principali della sua attività.

C’è un flusso che corre senza sosta, che scivola per strada, che sale ogni scala e raggiunge ogni abitazione. E’ qualcosa che non vedi ma che finisce per dare forma ai tuoi pensieri, alle tue ambizioni e all’immagine che hai del mondo. Non è una malattia, ma in qualche modo t’indirizza su una strada che spesso prende la forma di un vicolo cieco. E’ il flusso dell’opinione comune, il traffico rumoroso del giudizio degli altri, l’affollata promenade lungo il sentiero battuto.

Se si guarda bene, però, c’è chi non si adagia, chi non rinuncia a farsi la propria opinione, chi non si accontenta di fare vita contemplativa e cerca di incidere nella realtà per realizzarsi e rendere concreta la sua visione di mondo, la sua idea di vita.

Andare controcorrente è un privilegio per pochi. E’ qualcosa che ti allontana dagli altri, che crea una distanza con quel viavai che tutto assorbe e che per i più è l’unico canale, la sola rotta navigabile. Ma è così, stando a distanza di braccio e a misura d’offesa, che si riesce ad avere una visione d’insieme, che si riesce a pensare differente, che s’intravvede un cammino che porta molto più in là.

Osservare la vita di Sabrina Zuccalà significa seguire con gli occhi una fiammella che ha sempre nuotato controcorrente, un bagliore diventato sempre più grande, l’energia di un sogno che non si è arreso e ha preteso di diventare una realtà che oggi illumina una delle eccellenze italiane nel campo delle nanotecnologie.

Vista da qui la sua storia pareva segnata già dall’infanzia. C’era un tempo in cui Sabrina rifiutava le bambole e preferiva usare le cassette della frutta per costruire il suo negozio da fruttivendola. Niente Barbie, ma già da piccola il desiderio di essere commerciante, imprenditrice.

Poi è arrivato il suo primo amore, uno sport tra i più nobili, poco praticato dalle bambine, ma dall’antichissima tradizione. Il Karate è stato una scuola, una fucina dove forgiare un carattere che già allora non concepiva gli sport di gruppo, la possibilità di fare affidamento sugli altri per trovare sostegno. No, l’unica competizione possibile era soli contro se stessi, in gara contro i propri limiti soltanto. Tra sessioni di Kata, nell’impegno quotidiano di dare “forma” (questo è il significato di Kata) alle sequenze tecniche, concentrandosi sulla precisione e la potenza dei movimenti, a soli diciotto anni le fu conferita la cintura nera.

Anche sul fronte imprenditoriale il suo percorso si è tenuto distante dai sentieri battuti. Mentre le sue coetanee si fidanzavano e convolavano a nozze, Sabrina si è dedicata alla sua formazione e alla realizzazione del suo sogno più grande: diventare una manager.

In principio fu assunta come segretaria in un’importante azienda di Legnano, poi la dedizione al suo lavoro e la laurea in giurisprudenza, la seconda dopo quella in Scienze motorie, hanno fatto il resto, permettendole di ricoprire una posizione decisionale ai vertici di quella stessa azienda per ben dieci anni. Non ci sono stati ascensori o scale mobili, ogni gradino è stato percorso uno alla volta, fino ad arrivare ai piani alti.

Raggiunta la vetta, però, quando sarebbe stato comodo adagiarsi e godersi i risultati del duro lavoro, la sua predilezione per le sfide l’ha portata a ripartire da capo. Essere una manager non le bastava. La routine del suo lavoro, seppur impegnativa e per certi versi appagante, non era abbastanza grande da contenere le sue ambizioni. Restare ferma su quello che aveva ottenuto, mentre in lei cresceva la fiamma da outsider con cui era nata, deve averla costretta a guardare il suo reale potenziale. Dev’essere stato allora che si è resa conto di come, dentro il suo fuoco, bruciavano lentamente le sue capacità, il suo talento inespresso.

Accadde quasi per caso. Fu durante una vacanza in Ungheria, un viaggio intrapreso per fare visita a una delle sue migliori amiche, quando, dentro a un pub, un uomo le parlò di nanotecnologie e di come quest’ultime rappresentassero un’occasione unica per l’economia del futuro.

La miccia era stata accesa e non si poteva più tornare indietro. Rientrata a casa, rassegnò le dimissioni dall’azienda che aveva contribuito a far crescere per due lustri e, senza curarsi delle perplessità di tutte le persone che le volevano bene e che l'avvertivano che stava lasciando una posizione di comando in cambio di un futuro incerto, si buttò nel suo nuovo progetto: non più manager per conto d’altri, bensì imprenditrice, artefice del suo futuro.

Per tre lunghi mesi restò chiusa dentro i suoi pensieri, cercando di dare forma al suo progetto, curando tutti i dettagli di un’attività che allora era pura avanguardia; una bella idea, sì, ma foriera di rischi altissimi dentro un settore in cui pochissimi si erano avventurati.

Durante quei novanta giorni, mentre un tassello alla volta costruiva il suo futuro, non dev’essersi voltata indietro troppe volte. Oggi l’avvocato Zuccalà lo dice spesso che l’imprenditoria non avanza con i forse, con i se o con i magari. Si procede solo se si hanno idee chiare. E le sue dovevano essere cristalline perché, da quel ritiro dentro se stessa, è riemersa con 4Ward360, un’impresa che oggi è leader in un settore in continua espansione.

Prima del successo, però, ci fu una serie di porte chiuse. Non poteva essere altrimenti. La sua creatura era pronta ma il mercato era in forte ritardo. La grande occasione arrivò nel 2016 quando il Comune di Milano le affidò la realizzazione del trattamento per la conservazione della pavimentazione di Piazza Duca D’Aosta, davanti alla Stazione Centrale. Il suo lavoro riscosse molto interesse mediatico e altri attori del settore privato iniziarono ad affidarle nuovi incarichi.

A ben vedere la scelta delle nanotecnologie sembra molto in linea con l’idea che l’Avvocato Zuccalà ha della vita. Non stupisce che una persona che è stata in grado di prendere in mano la sua esistenza, di plasmarla finché non è riuscita a darle la forma che più le somigliava, oggi si occupi di manipolare la materia nella sua unità di misura nanometrica.

La nanotecnologia è appunto una branca della scienza che utilizza, o crea, materiali dalle dimensioni comprese tra diecimila fino a un milione di volte più piccoli al centimetro. Si tratta di un mondo che segue leggi e proprietà diverse rispetto a quelle presenti su scale superiori, quelle apprezzabili ai nostri occhi.

Ancora una volta, dunque, ci troviamo in una dimensione lontana dal consueto, in una realtà che esiste pur se invisibile ai nostri sensi. C’è in questo una forte valenza simbolica, quasi esoterica, un’attenzione profonda al dettaglio e allo studio dell’universo atomistico, qualcosa che indaga il de rerum natura.

Ovviamente 4Ward360 non si occupa astrazioni filosofiche, che pure sono suggestive, ma molto più concretamente agisce sulla materia. Con le nanotecnologie ci si riesce a infiltrare dentro i micropori e ai substrati di qualsiasi tipo di materiale rendendolo idrorepellente, oleorepellente o antighiaccio, solo per fare qualche esempio. Questo permette di proteggere le superfici dall’inquinamento, dall’erosione, dalle infiltrazioni rallentando il loro naturale deterioramento.

L’avvocato Zuccalà ha deciso di specializzarsi nella conservazione dei beni culturali. La sua azienda ha maturato esperienze importanti in tutto il mondo e ha superato sfide complesse e uniche come, per citare una delle collaborazioni più importanti, il trattamento per la protezione e conservazione dell’Esercito di terracotta di Qin Shi Huang a Xi'an, in Cina.

Il progetto Heritage Preservation Lab da lei creato è nato proprio con l’intento di dedicarsi esclusivamente alla conservazione dei beni culturali. Sul sito di quest’azienda traspare il suo profondo amore per l’arte e il desiderio di poterla tramandare alle generazioni future. Si tratta di una mission che si fa forte della consapevolezza che, se non saremo in grado di preservare ciò che la nostra storia millenaria ci ha consegnato, finiremo per perdere molto più che monumenti, chiese e complessi scultorei. Quello che smarriremo, nelle more degli interventi di restaurazione e conservazione, sarà anche la memoria della nostra storia millenaria.

E’ con questo intento che l’Avvocato Zuccalà ha personalmente scelto i migliori professionisti italiani “per avere una rosa di tecnici esperti del restauro. Ho insegnato loro l’applicazione dei nanomateriali proprio per contribuire alla protezione e conservazione del nostro straordinario patrimonio culturale”.

Per far fronte a quest’attività di tutela e conservazione dei beni culturali, tanto italiani che stranieri, 4Ward360 investe una parte importante del proprio fatturato proprio nel settore della Ricerca & Sviluppo. Sono innumerevoli i brevetti studiati e prodotti ad hoc per offrire nuove e sempre migliori prestazioni alle superfici materiche su cui si è chiamati a operare in tutto il mondo.

Questa vocazione internazionale viaggia di pari passo con l’orgoglio di essere un’azienda italiana. 4Ward360 è rimasta nella nostra Penisola, ha accettato di far fronte a una serie di situazioni di conclamata arretratezza e a una realtà spesso martoriata di difficoltà che non si incontrano quando ci si trasferisce all’estero.

Sono cose che non possono essere trattate con superficialità, come stessimo parlando di dettagli, perché accettare di rimanere nel nostro paese significa credere nel nostro talento, in quello sbandierato Made in Italy, spesso fatto in Cina, che muore ogni volta un poco quando una nostra azienda decide di trasferirsi all’estero. E’ l’ennesima sfida accolta dall’Avvocato Zuccalà.

In un mondo che la voleva vedere giocare con le Barbie, che le suggeriva di trovarsi un marito, che la esortava a stare al suo posto senza desiderare ciò che per molto tempo è stato ad appannaggio quasi esclusivo dell’universo maschile, l’Avvocato Zuccalà ha scelto la via impervia, il sentiero che non c’è fino a quando non viene percorso.

Essere imprenditrice in un paese dove le donne, a parità di titolo di studio ed esperienza, guadagnano mediamente il 30% in meno dei loro colleghi maschi, significa far il doppio della fatica. Che sia il doppio, il triplo o molto altro ancora, la cosa non ha impedito a Sabrina Zuccalà di creare una realtà leader nel suo settore, dove sono in tanti a lavorare e a fare ricerca grazie a quel suo desiderio di essere all’altezza delle sue ambizioni.

Questa storia tutta italiana ci racconta di una donna che ce l’ha fatta. 4Ward360 è la creatura di una giovane imprenditrice che è stata educata a usare la sua testa, lontano dalle comodità rassicuranti del gregge, molto addentro alla sofferenza di chi sceglie di aprirsi una strada dove a nessuno era parso conveniente farlo. Diceva bene Antonio Machado: “Caminante no hay camino, se hace camino al andar”.

Giovanni Rodini