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Metti due sudamericani a Parigi. Due rivoluzionari lontani dalla loro Patria e dalle ragioni che li hanno spinto a insorgere e a unirsi ai rivoltosi. Desiderosi entrambi di fare ritorno nel teatro violentissimo della battaglia sudamericana, dove si viene al mondo già con le mani alzate in segno di resa e tutto diventa una questione di scelte. O con la Rivoluzione o contro di essa, o con chi insorge o con chi sopprime, o con i guerriglieri o con i peones... Certo a Parigi si respira tutta un'altra aria. La Ville Lumiére ti accoglie nei suoi bistrot, tra i bohémien, un po' artisti, un po' cialtroni. E se sei un rivoluzionario pieno del fuoco sacro del marxismo rivoluzionario e te la passi anche maluccio con i soldi, tanto da saltare qualche pasto, allora può accadere che alla fine la tua Rivoluzione passi in secondo piano o si trasformi: dall'amore per l'uguaglianza e per gli ideali guerriglieri, all'amore per una donna in carne e ossa che hai incontrato per caso e che non sei più in grado di allontanare.
Ci sono molte prospettive da cui “guardare” questo romanzo, perché la sua trama vive su numerosi e differenti livelli. I diversi piani che costituiscono “l'Edificio Uomo” compaiono qui tutti magistralmente accatastati gli uni sopra glia altri, di fianco agli altri e quasi in mezzo agli altri.
E' però l'elemento della scelta quello che risalta su tutto. La vita degli uomini è un succedersi continuo e inevitabile di scelte, di opzioni, di decisioni, e spesso queste producono conseguenze assai tagiche. Esattamente come in questo romanzo, dove si tratta di scegliere tra l'Amore per la Rivoluzione o per la Donna che un giorno abbiamo incontrato e di cui non sembriamo più capaci di fare a meno. Ognuno di loro farà una scelta diversa: uno rinuncerà alla Donna, l'altro alla Rivoluzione. Entrambi avranno l'impressione che l'altro ha fatto la scelta giusta.
Vediamo ora un po' di virgolettato, giusto per intuire come Scorza affronti il tutto.
La donna e l'uomo si sono già incrociati altre volte e si sono piaciuti da subito. Ora lei lo prende in contropiede e gli chiede di cenare insieme. Lei sceglie il ristorante e lui sa di non avere i soldi per permettersi tanto lusso, neanche per permettersi alcun lusso, ma non ha il tempo di reagire che lei...

-“Entriamo?”- chiese. Senza attendere una risposta varcò la soglia. Non eravamo entrati che due ragazze sorridenti ci offrirono dei fiori. Una signora robusta ed elegante e un uomo grasso e pure lui elegante, sicuramente i proprietari, si avvicinarono e, con desueta gioia, ci baciarono su entrambe le guance. Capii in un lampo che ci confondevano con gli ospiti in cui onore era stato decorato il locale. Tre violinisti accrebbero l'equivoco circondandoci con musica greca, mentre la copia ci guidava sottobraccio al tavolo principale. Lei era raggiante, senza sospettare che in realtà sfioravamo la catastrofe. Un cameriere, ancora più deferente, ci portò un secchio d'argento e stappò una non richiesta bottiglia di champagne. Tentando di evitare l'inevitabile, ricondussi lo sguardo alla dama: “Mi scusi, signora, credo che ci sia un malinteso...” Troppo tardi! Il cameriere serviva la bottiglia.... “Che cosa desiderano i signori” sorrise il maître. “Scelga lei il meglio” disposi rassegnato al disastro e alla felicità.... “Non permetterò che nulla e nessuno guasti la mia allegria” dissi. E lei, dimostrandomi che sapeva già tutto: “Si mangia quando si ha fame, non quando si hanno soldi”.

La cena dei due finisce con il virgoletto richiamato qui in basso. Nessuno laverà i piatti, nessun imbarazzo dilagherà per tutta la sala. Semplicemente quando anche il dolce era stato servito...

“I proprietari si avvicinarono sorridenti e posarono il conto schiacciato da un fiore sopra un piccolo vassoio d'argento: “Cari amici, oggi abbiamo inaugurato il nostro ristorante. Voi siete stati i nostri primi clienti. Come felice augurio per la prosperità di questo locale, dove sappiamo che tornerete spesso, vi preghiamo di considerarvi nostri ospiti. Augurateci buona fortuna. È tutto". I benedetti violinisti ci accompagnarono fino alla porta. Un'inconcepibile luna brillava su Parigi, meno inconcepibile e luminosa dello sguardo con cui lei mi disse: “....”

Serve davvero altro per decidervi a leggere Scorza? Niente indugi, non ve ne pentirete! 

Giovanni Rodini